Sunday, February 17, 2008

ANA BURNAZI

Studio della Chiesa "Fjetja e Shën Mërisë"
nel Monastero di Ardenica in Albania
(L'articolo per il libro di Claudia Castello)

Nel distretto di Berat, arrocato sulle colline, sopra i villagi di Ardenica di Kolonje, si trova il Monastero di Ardenica, che racchiude nel suo recinto monastico la chiesa "Fjetja e Shën Mërisë", la Nascita di Maria, oggetto di questo studio. La ricostruzione della storia del monastero, complicate a causa della difficolta nel repiere e collazionare tutti I documenti, e statto un passo neccessario per tracciare la vita degli artistic he affrescarono le pareti della Chiesa: I fratelli Kostandin e Atanas Zografi.

Le notizie sulla vita dei due iconografi sono frammentarie, sabbene si tratti dei pittori albanesi piu importanti del XVIII secolo, fondatori della Scuola di Korca, maestri dei loro figli Terpo ed Efthim e degli allievi, i Cetiri.

Della vita dei fratelli poco si sapeva fino alla pubblicazione di questo studio, ad escluzione delle date impresses u icone o nei cartigli degli affreschi nelle chiese, e , dopo varie ricerche, si e appurato che, nonostante le contraddizioni sulla loro vita, in nessuna delle fonticonsultante si faceva riferimento ai Codici delle Metropolie albanesi. Considerato che la biblioteca di Ardenica era andata perduta in un incendio e con essa le possibilita du conoscere notizie utili sul lavoro dei due Zografii, ci e sembrato utile consultare il Codice di Korca, citta natale dei due artisti.

Al termine di questa consultazione e metterndo a paragone le date certe della vita dei due fratelli korciari si e scoperto che gli stessi provenissero da una famiglia di pittori agiografi di consolida tradizone , che I fratelli avessero molto viaggiato a che fossero venuti in contatto con realta esterne all’Albania arricchendo il loro repertorio pittorico e che avessero una bottega che li aiutava a portare a termine le numerose commisioni che ricevevano. Idea suffragata anche dall’analisi pittorica dei vari registri pittorici all’intero della Chiesa "Fjetja e Shen Merise", che denotano une differenza di stile e tecnica pittorica.

Prima di addentrarsi nella descrizione iconografica della decorazione della chiesa. E stato necessario precisare alcuni concetti base del pensiero ortodosso che guidano le mani di pittori e architetti nella construzione della chiesa e che spiegano il significato di arte "anagogica" e/o liturgica, cioe dell’arte che amplifica il senso della liturgia per coinvolge l’intelleto, il sentimento ed i sensi senza pero dar loro piacere fisico ma, attraverso loro, transformare in "spirituale" la cosa materiale.

La casa di Dio di Ardenica, cosi come tutte le chiese ortodosse, unisce la funzione architettonica al simbolo, il simbolo alla pittura.

Cosi accade per l’impostazione architettonica dal martece, simbolo del "mondo" nel suo doppio aspetto di luogo in cui regna il peccato e in cui ci si puo mondare da esso, aspirando alla Salvazza Eterna, ricordata dal Giudizio Universale sulla contro facciata della parete occidentale che serve da monitor a da conforto al fedele, che assiste al rinnovarsi della promessa di Dio nella Sua casa.

Cosi e puro simbolo della non ancora avvenuta unione fra il Regno dei "Cielli e la Terra", l’imponente e ricchissima iconostasi, che delimit ail "santuario", dietro al quale e conservato l’altare, il luogo del sacrificio di Cristo, anche questo di legno riccamente scolpito, in cui si celebra la Liturgia Divina, riportata anche in pittura, cioe l’unione della Liturgia Celeste cone quella terrestre.

Cosi la navata del tempio e il simbolo della terra, santificata dalla presebza di Cristo durante la sua vita terrene, testimone della Sua presenza nella chiesa che e protesa verso il santuario, al di la della Porta Regale, dove Cristo e entrato nel Suo Regno e dove tornera alla fine della storia dell’umanita.

La lettura simbolica si intreccia alla lettura immediate della vicenda di Cristo che istoria tutte le pareti della Chiesa, dalla Naschita di Maria al Giudizio Finale affondando a piene mani dagli episodi dei Vangeli sinottici, dell Apocalisse e delle numerose fonti apocrife in una storia ricchissima di particolari e di rimandi.

La lettura pittorica parte dai primi due "ranghi", cosi vengono chiamati I registri pittorici nell’iconologia ortodossa, con, la Teoria dei Santi: le colonne della Chiesa che sostengono le vicende della storia di Cristo la cui parabola terreste si rispechia nell’ultimo rango che descrive le stanze dell’Inno Akathistos.

L’Inno e strutturato in 24 stanza (oikoi) : construito su un telaio liturgico-storico nelle prime dodici stanze, narra gli episodi dall’Annunciazione fino alla Presentazione di Gesu al Tempio e trova una corrispodenza pittorica dei dieci panelli del secondo registro della parete meridionale.
Le altri dodici stanze dell’Inno, legate ad un percorso dogmatico-teologico, proseguono, pittoricamente, nell altra meta della parete occidentale ed in quella settentrionale, ad un escluzione dell’iltimo affresco, a ridosso della parete absidale, delicate all’episodio della Guarigione del Cieco che ideologicamente e legato all’Akathistos.

Dal punto di vista strutturale l’Inno e intriso di simbologia e richiami numerici in cui ritornano costantemente il numero 2, 6, e 12 e loro multipli, ma anche il numero tre, su ispirazioni del capitolo 21 dell’apocalisse.

La parete occidentale spezza l’andamento regolare degli affreschi delle navate laterali, dedicano all, episodio della "Transitus Mariae" un ricco quanto estesso panello centrale, al di sotto del quale ne troviamo tre di ridotte dimensioni rispetto a quello superiore, in cui sono accolte rispetticamente le immagini del Bambino dormiente e le due iscrizioni che permetono la datazione a l’attribuzione degli affreschi ai fratelli Zografi.

Il microcosmo pittorici della chiesa di "Fjetja e Shen Merise" rivela una profondita di concetti teologici e conoscenze artistiche che si legano in un connibbio inscindibile come, as esempio, accade nel panello della Divina Liturgia anche ed attraverso l’uso del colore, dei tratti pittorici, degli oggetti liturgici, delle vesti sacerdotali.

La perizia e la cultura degli Zografi sono riscontrabili nello svolgeri del programma iconografico della chiesa tutta, nell’inevitabile svilupparsi di tratti locali sopratutto nella descrizione dei costume albanesi o di qualche "vezzo" iconografico ed anche nel giusto omaggio offerto al gruppo dei Santi Slavi fra cui spicca il santo Albanese San Joannes Papadopulos Koukouzeli, conosciuto anche come la "seconda sorgente della musica greca".

"Krahu i shqiponjës", nr. 77, aprile 2007, Tiranë

1 comment:

PREFEKTURA TIRANE said...

SHUME BUKUR KA DALE SHKRIMI CLAUDIAS